Ho trovato un blog dove l'autore elenca alcuni buoni (alcuni ottimi) motivi per passare a Drive tutta la propria produzione.
http://www.mysocialweb.it/2013/02/07/google-drive-microsoft/
Non condivido tutto, alcune osservazioni sono interessanti, ma necessitano di approfondimento e anche altri hanno funzioni simili. Resta però l'insieme dell'ecosistema di servizi (e browser, non dimentichiamolo, perché con Chrome i servizi di Google vanno meglio, mentre i servizi di altri operatori vanno bene su ogni browser!!!), un valore aggiunto e una integrazione notevolissima.
Buona lettura.
venerdì 29 novembre 2013
martedì 26 novembre 2013
Nativi digitali o mobile born?
Continua il confronto su questo tema, per nulla banale, viste le conseguenze pratiche che esso vuole avere in merito alla didattica, con il grande cambiamento che si propugna in merito al ruolo dei docenti.
Il fatto che i nativi digitali siano un popolo variegato, accomunato più dall'essere dei ragazzi connessi, dei ragazzi che hanno eretto un domicilio stabile dentro la rete, che non dal fatto di possedere solide basi informatiche, sposta l'attenzione dagli strumenti alle persone.
Il compito della scuola è anche di educare i ragazzi ad un uso consapevole degli strumenti che essi posseggono. Spesso essi dispongono di smartphone potenti e in grado di porli in contesti nei quali essi sono privi di una chiave interpretativa e si muovono seguendo le indicazioni del gruppo dei pari, replicando tutte quelle situazioni in cui, predominano una conoscenza superficiale e solo funzionale, non riescono a giungere al senso delle esperienze che vivono.
In tal senso la scuola deve abituare, costruendo setting adeguati e non demonizzando le nuove tecnologie, bensì integrandole nella propria attività didattica, a scoprire un senso che va oltre l'immediato, supera l'oggi e si addentra nella scoperta di un senso di ciò che si fa, ponendo in primo piano i valori della persona nel contesto della relazione. Non si può non partire dal rispetto di sé, del proprio corpo, della propria intelligenza, dei propri sentimenti. Non si può chiedere di avere rispetto per gli altri se non si è capaci di rispetto verso sé stessi. Ovviamente il passaggio successivo è il riconoscimento dell'altro. Il suo valore come persona, dove si specchiano i valori riconosciuti per se stessi e dove, nella reciprocità, si impara che la relazione con gli altri è tesa al continuo crescere, al migliorarsi, al realizzare la propria vita nell'amicizia e nella fraternità. Proprio perché questi sono valori riconosciuti e fortemente stimati, si deve insistere perché essi siano la logica e il senso rientro cui si muove l'uso degli strumenti digitali. Solo così gli strumenti di comunicazione diventano una porta che apre agli altri e non un cunicolo dove infilarsi, nella solitudine e nella negazione della propria natura profonda.
Il fatto che i nativi digitali siano un popolo variegato, accomunato più dall'essere dei ragazzi connessi, dei ragazzi che hanno eretto un domicilio stabile dentro la rete, che non dal fatto di possedere solide basi informatiche, sposta l'attenzione dagli strumenti alle persone.
Il compito della scuola è anche di educare i ragazzi ad un uso consapevole degli strumenti che essi posseggono. Spesso essi dispongono di smartphone potenti e in grado di porli in contesti nei quali essi sono privi di una chiave interpretativa e si muovono seguendo le indicazioni del gruppo dei pari, replicando tutte quelle situazioni in cui, predominano una conoscenza superficiale e solo funzionale, non riescono a giungere al senso delle esperienze che vivono.
In tal senso la scuola deve abituare, costruendo setting adeguati e non demonizzando le nuove tecnologie, bensì integrandole nella propria attività didattica, a scoprire un senso che va oltre l'immediato, supera l'oggi e si addentra nella scoperta di un senso di ciò che si fa, ponendo in primo piano i valori della persona nel contesto della relazione. Non si può non partire dal rispetto di sé, del proprio corpo, della propria intelligenza, dei propri sentimenti. Non si può chiedere di avere rispetto per gli altri se non si è capaci di rispetto verso sé stessi. Ovviamente il passaggio successivo è il riconoscimento dell'altro. Il suo valore come persona, dove si specchiano i valori riconosciuti per se stessi e dove, nella reciprocità, si impara che la relazione con gli altri è tesa al continuo crescere, al migliorarsi, al realizzare la propria vita nell'amicizia e nella fraternità. Proprio perché questi sono valori riconosciuti e fortemente stimati, si deve insistere perché essi siano la logica e il senso rientro cui si muove l'uso degli strumenti digitali. Solo così gli strumenti di comunicazione diventano una porta che apre agli altri e non un cunicolo dove infilarsi, nella solitudine e nella negazione della propria natura profonda.
sabato 23 novembre 2013
Nativi digitali...
Ho già espresso nel mio blog le mie perplessità circa la definizione dei nativi digitali, sia per l'uso estensivo, che quello intensivo dato a questa espressione.
A quanto pare non sono il solo a pormi dei dubbi; la riflessione di Paolo Attivissimo, esperto di informatica e divulgatore di lungo corso, è forse ancora più drastica di quanto io pensi.
Per un approfondimento sul tema vi invito a leggere questo suo contributo.
A quanto pare non sono il solo a pormi dei dubbi; la riflessione di Paolo Attivissimo, esperto di informatica e divulgatore di lungo corso, è forse ancora più drastica di quanto io pensi.
Per un approfondimento sul tema vi invito a leggere questo suo contributo.
domenica 17 novembre 2013
Didattica integrata o... integralista.
Affronto in questa riflessione uno dei temi che più mi stanno a cuore, all'interno delle considerazioni sul tema della didattica e delle nuove tecnologie.
Lo schema della mia riflessione parte da due riflessioni preliminari, si sviluppa con alcuni punti che sono il cuore del mio pensiero e si chiude con alcune indicazioni concrete per trovare degli sbocchi operativi nell'ottica di portare sempre più la didattica dentro il mondo della tecnologie e dentro il cambio culturale dell'epoca post-moderna, che alcuni autori ritengono essere l'epoca della comunicazione (un approccio sintetico e parziale al pensiero di Gianni Vattimo, Federici - Elementi della comunicazione nell'epoca postmoderna - ed. Morlacchini) e per altri diventa un'epoca moderna rinnovata dalla comunicazione stessa (Habermas).
Lo schema della mia riflessione parte da due riflessioni preliminari, si sviluppa con alcuni punti che sono il cuore del mio pensiero e si chiude con alcune indicazioni concrete per trovare degli sbocchi operativi nell'ottica di portare sempre più la didattica dentro il mondo della tecnologie e dentro il cambio culturale dell'epoca post-moderna, che alcuni autori ritengono essere l'epoca della comunicazione (un approccio sintetico e parziale al pensiero di Gianni Vattimo, Federici - Elementi della comunicazione nell'epoca postmoderna - ed. Morlacchini) e per altri diventa un'epoca moderna rinnovata dalla comunicazione stessa (Habermas).
sabato 16 novembre 2013
Ed è subito sera...
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
La sensazione che può trasmettere il web, anche i blog, è quella della solitudine, pur immersi in una moltitudine di persone. Credo che i miei compagni di avventura in questa esperienza ed avventura che è il corso di formazione di Generazione WEB Lombardia, possano capire questo mio stato d'animo.
Scriviamo i post per il nostro blog, ma non ci sono commenti, o sono molto pochi. Manca poi anche una reale interazione tra i diversi blog (siamo blog amici tra noi?).
Ma allora perché scrivere, per chi?
La risposta è difficile, ma provo a trovarla tra le pieghe di questo inizio di corso: iniziamo a conoscere lo strumento, impariamo a metterci le mani, forse pasticciare un po', perché poi la conoscenza dello strumento ci permetterà di piegarlo a nostro piacimento a quelle esigenze che nascono dalla didattica e che trasformano il blog da una pagina morta ad un luogo di incontro e di scambio.
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
La sensazione che può trasmettere il web, anche i blog, è quella della solitudine, pur immersi in una moltitudine di persone. Credo che i miei compagni di avventura in questa esperienza ed avventura che è il corso di formazione di Generazione WEB Lombardia, possano capire questo mio stato d'animo.
Scriviamo i post per il nostro blog, ma non ci sono commenti, o sono molto pochi. Manca poi anche una reale interazione tra i diversi blog (siamo blog amici tra noi?).
Ma allora perché scrivere, per chi?
La risposta è difficile, ma provo a trovarla tra le pieghe di questo inizio di corso: iniziamo a conoscere lo strumento, impariamo a metterci le mani, forse pasticciare un po', perché poi la conoscenza dello strumento ci permetterà di piegarlo a nostro piacimento a quelle esigenze che nascono dalla didattica e che trasformano il blog da una pagina morta ad un luogo di incontro e di scambio.
venerdì 15 novembre 2013
Il mondo con dentro la musica...
Dopo una giornata davvero piena di molti impegni, di tante riflessioni e parole che si sono accavallate, prima con gli studenti poi in un workshop formativo, lascio alle parole di una canzone di riassumere la giornata.
giovedì 14 novembre 2013
La corda si tira... se non si spezza!
L'aforisma del giorno nella immagine che segue...
La corda è la metafora della vita,
delle nostre attese dagli altri,
della fatica a tenere insieme gli opposti.
La corda è forte, robusta, tenace.
Regge, tira, sostiene, cala.
Ma la corda si può rompere,
può sfilacciarsi, smembrarsi e spezzarsi.
Chi è attento sa che la corda va bagnata,
a volte unta, mai fatta sfregare sugli spigoli vivi,
va riposta senza pestarla e strozzarla,
si devono evitare i nodi e deve restare ordinata,
per non diventare un garbuglio.
La corda è la metafora della vita,
delle nostre attese dagli altri,
della fatica a tenere insieme gli opposti.
La corda è forte, robusta, tenace.
Regge, tira, sostiene, cala.
Ma la corda si può rompere,
può sfilacciarsi, smembrarsi e spezzarsi.
Chi è attento sa che la corda va bagnata,
a volte unta, mai fatta sfregare sugli spigoli vivi,
va riposta senza pestarla e strozzarla,
si devono evitare i nodi e deve restare ordinata,
per non diventare un garbuglio.
mercoledì 13 novembre 2013
Prima l'uovo o la gallina...
Nel primo incontro di formazione di gwsondrio è nata una bella discussione su un tema interessante: in base a cosa scegliere un ambiente di cloud computing?
Premesso che stiamo parlando di un ambiente da usare a scuola e che per molti studenti si tratta di accedervi con un tablet Android, che i dati che dovrà contenere non hanno una caratteristica di riservatezza e necessità di sicurezza tali da imporre severe policy di disaster recovery e di security access, è chiaro che l'elemento di maggior importanza è legato al criterio della gratuità.
Per prima cosa deve essere gratis.
La scuola va così. Il gratis è di casa a scuola.
Date le premesse i sistemi in gioco sono i più diffusi e conosciuti, possibilmente dotati di app di accesso multipiattaforma.
Google propone Drive, un sistema che integra la vecchia funzione Docs potenziandone le possibilità. L'integrazione nel complesso sistema dei servizi Google, lo rende appetibile e potente, flessibile quanto basta, fortemente integrato, molto proteso verso la dimensione social legata a Google+.
Ma basta tutto questo?
Premesso che stiamo parlando di un ambiente da usare a scuola e che per molti studenti si tratta di accedervi con un tablet Android, che i dati che dovrà contenere non hanno una caratteristica di riservatezza e necessità di sicurezza tali da imporre severe policy di disaster recovery e di security access, è chiaro che l'elemento di maggior importanza è legato al criterio della gratuità.
Per prima cosa deve essere gratis.
La scuola va così. Il gratis è di casa a scuola.
Date le premesse i sistemi in gioco sono i più diffusi e conosciuti, possibilmente dotati di app di accesso multipiattaforma.
Google propone Drive, un sistema che integra la vecchia funzione Docs potenziandone le possibilità. L'integrazione nel complesso sistema dei servizi Google, lo rende appetibile e potente, flessibile quanto basta, fortemente integrato, molto proteso verso la dimensione social legata a Google+.
Ma basta tutto questo?
Generazione WEB - L'avventura continua!
Non smettere mai di sognare
solo chi sogna può volare
Peter Pan
No, non è un sogno ricominciare la formazione all'interno del progetto Generazione WEB.
Non è un sogno e nemmeno un incubo. Allora di cosa si tratta?
Una sfida.
Sì, una sfida. Lanciata a chi se ne sta comodo, senza lasciarsi coinvolgere nel tentativo di cambiare le cose cercando di farle diventare diverse, migliori. Non si può attuare un cambiamento senza fare qualcosa di nuovo. Allora facciamolo!
Una scommessa.
Si può andare oltre le difficoltà, trovare oltre l'aridità del deserto del disimpegno e della rinuncia la fonte della soddisfazione e della gratificazione. Andare oltre rimettendosi in gioco. C'è qualcosa da imparare, da sperimentare. Le novità non mancano. Avanti.
Una speranza.
Solo chi sa sperare può avere la forza di credere che i sacrifici hanno un senso e che ciò che si fa serve e si può raggiungere gli obiettivi. Avere il desiderio di tenere tra le mani di nuovo una didattica che sposta gli equilibri e che rimescola le carte.
solo chi sogna può volare
Peter Pan
No, non è un sogno ricominciare la formazione all'interno del progetto Generazione WEB.
Non è un sogno e nemmeno un incubo. Allora di cosa si tratta?
Una sfida.
Sì, una sfida. Lanciata a chi se ne sta comodo, senza lasciarsi coinvolgere nel tentativo di cambiare le cose cercando di farle diventare diverse, migliori. Non si può attuare un cambiamento senza fare qualcosa di nuovo. Allora facciamolo!
Una scommessa.
Si può andare oltre le difficoltà, trovare oltre l'aridità del deserto del disimpegno e della rinuncia la fonte della soddisfazione e della gratificazione. Andare oltre rimettendosi in gioco. C'è qualcosa da imparare, da sperimentare. Le novità non mancano. Avanti.
Una speranza.
Solo chi sa sperare può avere la forza di credere che i sacrifici hanno un senso e che ciò che si fa serve e si può raggiungere gli obiettivi. Avere il desiderio di tenere tra le mani di nuovo una didattica che sposta gli equilibri e che rimescola le carte.
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